Never trust a COP – Colpisci la produzione del caos climatico – partecipa!

Originale: Hit the production of Climate Chaos

Colpisci la produzione del caos climatico – partecipa!

La catastrofe climatica non sta accadendo per caso e i ghiacciai che si
sciologono non sono il suo luogo centrale. Il nostro sistema economico, il
modo in cui i beni vengono prodotti, e il modo in cui vengono trasposrtati
e alla fine consumati sono alla radice del cambiamento del clima.

 

Non crediamo che questo COP risolverá la crisi climatica. I delegati, le
ONG e i rappresentanti dell´industria sono bloccati in un´ideologia di
crescita economica infinita e di soluzioni di mercato ad ogni problema
creato dall´uomo, come la ditruzione del nostro ecosistema. Le
problematiche di giustizia sociale vengono cosí ignorate in toto.

Invitiamo ad agire contro questo sistema economico, il 13 Dicembre.
Incoraggiamo gruppi di affinitá a dare vita ad azioni dirette contro
obiettivi a Copenhagen e nel resto del mondo. Nella mattina del 13
Dicembre chiuderemo il porto di Copenhagen con un´azione di blocco di
massa. Il porto é un simbolo chiave dell´economia del libero mercato
globale. Qui viene alla luce ció che é solitamente nascosto:
deterioramento ambientale, sfruttamento sociale ed economico e ingiustizia
profonda.

Fin dall´alba del colonialismo l´industria del trasporto marittimo globale
é stata caraterizzata dalla violenza. Ció che un tempo era oro
saccheggiato agli Incas é oggi profitto basato su risorse naturali e forza
lavoro a basso costo – ed é solitamente trasportato via nave. Oggi, il
trasporto di containers é uno dei pilastri su cui poggia il capitalismo. E
non é soggetto a regola alcuna: i combustibili non vengono tassati, le
emissioni di gas serra e altri prodotti inquinanti non sono soggette a
controllo e i confini sembrano non esistere per le navi da trasporto. Allo
stesso tempo, il bisogno senza fine di altri prodotti a basso prezzo
sembra non avere limiti. Il libero flusso globale delle merci continua a
crescere – a beneficio dei pochi.

Ma se questi beni possono entrare nella UE o nel Nord del mondo
liberamente, sono gli esseri umani a non poterlo fare. Appena non si ha il
passaporto appropriato o non si hanno abbastanza soldi, all´ingresso nei
paesi "ricchi" i migranti sono imprigionati, deportati e privati dei piú
basilari diritti umani. E la militarizzazione dei mari non avviene solo
intorno ai confini dell´UE. E´ infatti anche utilizzata per proteggere il
trasporto internazionale di merci, come in Somailia, dove flotte
internazionali hanno privato i pescatori Somali dell´elemento piú
importante per la loro sussistenza, il mare.

Infine, il trasporto marittimo internazionale é piú di un semplice metodo
di trasporto nell´economia globale. E´ anche una delle cause primarie del
cambiamento climatico. Circa il 5% delle emissioni di gas serra a livello
planetario sono prodotte dal trasporto di merci via mare. I combustibili
utilizzati dalle navi da carico sono sostanzialmente rifiuti tossici
avanzati dal raffinamento del petrolio e contengono alte quantitá di zolfo
e mercurio. E, come per i voli internazionali, nessuno viene considerato
reponsabile di queste emissioni sotto il Protocollo di Kyoto.

La giustizia climatica e il vero cambiamento sociale non pioveranno
dall´alto. Un cambiamento reale deve essere intrapreso da tutti* – i piú
colpiti, i piú responsabili, chi fino ad ora ha solamento osservato. Il
cambiamento deve essere organizzato e realizzato dalla gente di tutto il
mondo – nelle strade e nei campi. Diciamo "NO" governi, multinazionali e
cosidette organizzazioni-non-governative i cui unici interessi sono
mantenere il proprio potere, la propria influenza e il proprio flusso di
capitali.

Fermeremo questa follia per un giorno. Lottare per la giustizia climatica
significa cambiare il nostro sistema economico e questo deve succedere
qui, nel ricco Nord globale, che riceve i maggiori benefici dal disastro.
Per un libero circolare di persone e idee, invece che di merci di
beneficio a pochi.

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